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La poetica dell’umorismo ancora una volta capovolge la morale e il senso delle cose: il valore delle scelte dipende unicamente dai punti di vista, e anche il concetto di “bene” diventa relativo. Toti, personaggio che veicola il “sentimento del contrario”, accetta di apparire stravagante pur di “fare del bene”. E, dato che il falso triangolo è l’unica soluzione ispirata a principi di utilità e carità, l’unico vero benefattore è di fatto lui. Si squarcia il velo delle apparenze e prorompe l’epifania di un mondo capovolto, a suo modo scandaloso, ma ancora eticamente irreprensibile.